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RENATO GUTTUSO

OPERE DI RENATO GUTTUSO


Guttuso Fiasco candela e bollitore
Fiasco candela e bollitore - 1940-41 -
Olio su tela - cm 53,5x73

Guttuso Ragazze di Palermo
Ragazze di Palermo - 1940 -
Olio su tela - cm 60x80

Guttuso Figura di donna sdraiata
Nudo di donna - 1980 -
Acrilico e olio su carta - cm 99x76

Guttuso vucciria
La Vucciria - 1974 - Olio su tela cm 300x300

Guttuso Pausa dal lavoro
Pausa dal lavoro - 1945 -
China ed acquarello su carta - cm 49x70

Guttuso Crocifissione
Crocifissione - 1940-41-
Olio su tela - cm 200x200
Guttuso Figura di donna sdraiata
Figura di donna sdraiata - 1982 -
Carboncino e sanguigna su carta -
cm 102x118.

BIOGRAFIA


Renato Guttuso nacque in Sicilia il 26 Dicembre 1911 a Bagheria (PA). I documenti ufficiali riportano però come data ufficiale di nascita è il 2 Gennaio 1912. Il padre Gioacchino, era un pittore dilettante di acquerelli, anche se di professione faceva l'agrimensore. Renato, da giovane a Bagheria, si accostò alla pittura frequentando lo studio di un pittore e la bottega di un pittore di carri. Naturalmente anche vedere dipingere il padre ed ammirare i suoi acquerelli, lo accosto all'arte.

A tredici anni, comincia a dipingere copiando paesaggisti siciliani dell'ottocento. I suoi modelli sono comunque molto variegati e successivamente comincia a dipingere anche alcuni ritratti. Negli anni seguenti si trasferisce a Palermo e frequenta il pittore futurista Pippo Rizzo e l'ambiente artistico della città. Nel 1928 partecipa a Palermo alla sua prima mostra collettiva.
Nel 1931 Guttuso partecipa con due quadri alla Quadriennale Nazionale d'Arte Italiana a Roma. Qui può di vedere dal vivo le opere dei più grandi artisti italiani di quel periodo. Nel 1932 espone con altri pittori siciliani, a Milano.

L'artista esegue alcuni lavori di restauro a Perugia e a Roma e conosce e fa amicizia con artisti come Mario Mafai, Francesco Trombadori, Corrado Cagli, Pericle Fazzini, Mirko e Afro. Dal 1929 collabora con giornali e riviste. Nel 1933 il fascismo censura un suo articolo su Picasso e causa la sospensione della collaborazione con il giornale l'Ora di Palermo.
A Palermo, in aperta polemica con il primitivismo di Novecento, Renato Guttuso fonda il Gruppo dei 4. Nel 1934, con questo gruppo espone di nuovo a Milano, alla galleria del Milione.
A causa del servizio militare trascorre il 1935 a Milano, dove stringe grandi amicizie con artisti come Birolli, Sassu, Manzù, Fontana, ed intellettuali come il poeta Salvatore Quasimodo e con Elio Vittorini. In questo periodo però l'artista, probabilmente anche a causa dalle dure condizioni economiche, nelle quali versa, è molto depresso, come si evince dalle poesie scritte in quegli anni.
Dopo il 1937 il pittore si trasferisce in modo definitivo a Roma, dove conosce molti artisti e personaggi importanti. Ben presto i suoi studi, diventano i centri intellettuali più vivaci della vita culturale della città. In questi anni fa amicizia con Alberto Moravia, Antonello Trombadori e Mario Alicata che avranno un ruolo determinante nella sua adesione al partito comunista. Allestisce quindi la sua prima personale a Roma.
In questo periodo dipinge delle straordinarie nature morte, la Fucilazione in campagna, la Fuga dall'Etna, che riceverà il premio Bergamo.
Nella stesso anno, Renato conosce Mimise Dotti che sarà sua compagna per tutta la vita e che in seguito sposerà.
Collabora come critico a Le Arti, Primato e Il Selvaggio, che dedica un intero numero ai suoi disegni (1939).

Negli anni successivi, dipinge nudi, paesaggi, nature morte e realizza la Crocefissione (1940-41), uno dei quadri più significativi del Novecento.
Il quadro, presentato al premio Bergamo nel 1942, riceve il secondo premio e suscita un grande scandalo tanto che il Vaticano proibisce ai religiosi di guardare l'opera. Nel 1940 si iscrive al Partito Comunista d'Italia clandestino. Al Teatro delle Arti di Roma, Guttuso esordisce nella scenografia musicale, firmando scene e costumi per l'Histoire du Soldat.
Nel 1943 lascia Roma e partecipa attivamente alla resistenza antifascista. La serie di disegni realizzati con inchiostri delle tipografie clandestine intitolati Gott mitt Uns, sono la sua testimonianza della lotta Partigiana.

In Italia assieme ad alcuni artisti ed amici fonda il movimento Fronte Nuovo delle Arti, un gruppo impegnato politicamente, che ha l'obbiettivo di recuperare le esperienze artistiche europee poco conosciute in Italia a causa del fascismo e che è spesso polemica con le tendenze formaliste di molta arte astratta.

Renato Guttuso è tra gli intellettuali che contribuiscono maggiormente a quella straordinaria stagione creativa della cultura italiana. L’attaccamento alla sua terra natale sarà elemento tra i più evidenti, nell’opera del pittore. L'arte sociale viene fuori e dipinge braccianti, lavoratori, carrettieri, zolfatari, picconieri di pietra, contadini, gente umile, manifestazioni di contadini per l'occupazione delle terre incolte, la sua gente, legata alla sua infanzia, “contadini siciliani che hanno nel mio cuore il primo posto, perché io sono dei loro, i cui volti mi vengono continuamente davanti agli occhi qualunque cosa io faccia, contadini siciliani che sono tanta parte della storia d’Italia”. Racconta l’Italia della rinascita, quella di Pausa dal lavoro (1945), dipinge: Carrettieri che cantano, Contadino che zappa (1947), e dieci disegni Contadini di Sicilia preparatori del quadro Occupazione delle terre incolte di Sicilia.

Nel 1947 realizza le scene e i costumi per Lady Macbeth. Nel 1950 ottiene a Varsavia il premio del Consiglio Mondiale per la Pace e tiene la sua prima personale a Londra. A Roma cura le scenografie e i costumi per Madre Coraggio e i suoi figli di Brecht. Nel 1952 con la Battaglia di Ponte dell'Ammiraglio, nel 1954 con Boogie Woogie, nel 1956 con la Spiaggia è sempre presente alle Biennali di Venezia, suscitando discussioni e dibattiti. Collabora alle più importanti riviste italiane e internazionali. Dipinge La Discussione e lavora all'illustrazione della Divina Commedia pubblicata nel 1961.
A New York, la Aca-Heller Gallery gli dedica un'importante mostra. Il Museo Puskin di Mosca gli dedica un'importante retrospettiva nel 1961. Il Museo Stedelick di Amsterdam gli dedica un'antologica di grande successo che sarà poi ospitata anche al Palais de Beaux Arts di Charleroi e nel 1963 si tiene a Parma una sua ampia mostra antologica. Sempre a Parma, nello stesso anno, curerà scene e costumi per il Macbeth di Verdi.

Nel 1966 realizza il grande ciclo dell'Autobiografia, una serie di dipinti che costituiranno il nucleo di importanti antologiche ospitate in vari musei europei. Tra i quadri più belli e significativi Gioacchino Guttuso Agrimensore (1966), omaggio al padre. Collabora alla realizzazione delle scene teatrali per il Contratto di Eduardo de Filippo. Nel '71 l'Università di Palermo, gli conferisce la laurea Honoris Causa e gli sono dedicate due importanti antologiche: una a Palermo al Palazzo dei Normanni e una al Musee d'Art Moderne de la Ville di Parigi. Nel 1972 riceve il premio Lenin e gli viene dedicata una grande mostra all'Accademia delle arti di Mosca. Viene allestita una grande mostra retrospettiva che percorre l'Europa orientale toccando Praga, Bucarest, Bratislava, Budapest.
Dipinge il grande quadro la Vucciria (1974) e nel '76 dipinge il Caffè Greco.
Illustra i Malavoglia di Verga nel 1978 e l'Eneide di Virgilio nel 1980. Viene eletto Senatore, nelle liste del PCI, nel collegio di Sciacca.

Mostra a Roma sul ciclo delle Allegorie, della Malinconia e della Visita della sera. Nel 1982 si tiene un'importante mostra antologica a Palazzo Grassi di Venezia. Nel 1983 affresca una cappella del Sacromonte di Varese con la Fuga in Egitto. Nel 1985 comincia un'opera monumentale, affrescando l'intera volta (più di 120 mq.) del soffitto del teatro Vittorio Emanuele di Messina, rappresentando la leggenda del Cola Pesce.
Nel 1986 comincia un ciclo di grandi opere, delle quali fa parte il quadro Nella stenza le donne vanno e vengono..., che resterà incompiuto.

Il 18 gennaio 1987 Renato Guttuso, ormai rimasto solo dopo la morte della moglie, muore. Egli ha lasciato alcune importanti opere, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e altre al museo che Bagheria, gli ha intitolato e dove sono raccolti un'ampia collezione di opere, quadri, disegni e grafica dell'artista.
Egli riposa nel giardino della Villa, dove sono esposti i suoi quadri, nella grande Arca funebre che il suo amico Giacomo Manzù gli dedicò.