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ACTION PAINTING


Jackson Pollock
action painting Jackson Pollock

COS'È L'ACTION PAINTING


L'action painting, viene chiamata anche Pittura d'Azione o Tachisme. Questo Movimento artistico, nasce in America negli anni 40-50 e fa parte della pittura astratta o meglio dell'espressionismo astratto. Il movimento subì l'influenza della pittura del pittore russo Vasilij Kandinskij, ma anche del surrealismo, che cercava di esprimere in modo il più possibile diretto e spontaneo l'inconscio. La spinta principale, che da impulso al movimento, è data dalla necessità di improvvisazione, di spontaneità e di movimento motorio da parte dell’artista. L’artista agisce dando libero sfogo al proprio inconscio, in questo modo si libera dall’angoscia e dalle sue irrequietezze con il movimento fisico del dipingere.

Per questo scopo utilizza, sia gli abituali strumenti della pittura, come i pennelli, che le innovazioni che egli ritiene adatti, anche se secondo i canoni classici e gli insegnamenti della pittura, sono inusuali o addirittura deprecabili. L'artista per esempio lascia sgocciolare il colore sulla tela, lo spruzza o lo lancia con più o meno forza su di essa, getta e mescola nel quadro anche altri materiali ecc.. Normalmente come supporto per dipingere, vengono usate tele o supporti diversi, comunque molto grandi, per comunicare all’osservatore, il senso della dinamicità, del movimento e dei gesti usati per dipingere e che devono trasparire dall'opera realizzata.

I contatti ideologici dell’action painting e le sovrapposizioni con l’Astrattismo e l’arte Informale, come si può facilmente intuire, risultano molto evidenti. L'action painting non fa vedere e non vuole esprimere qualcosa di reale, di oggettivo e neanche soggettivo, ma vuole liberare una tensione che si è accumulata nell’artista. L'azione non è pensata prima o progettata, ma istintiva e gli effetti sono ricchi di spontaneità ed imprevedibili ed esprimono l’umore dell'artista in contrasto con una società dove tutto è progettato e razionalizzato.
Ovviamente i pareri e le critiche sulla validità di queste espressioni artistiche, sono diversi e contrastanti, come lo sono le distinzioni tra vere opere d'arte ed esercizi sperimentali.

CONTESTO STORICO CULTURALE DOVE NASCE L'ACTION PAINTING


Il termine action painting fu usato per la prima volta nel 1952, su una rivista americana. Tra gli artisti più rappresentativi di questo movimento ricordiamo: Jackson Pollockl, Willem De Kooning, Soulages, Mark Rothko e Franz Kline.
Per capire le idee e la diffusione di questo movimento, bisogna analizzare anche il contesto storico nel quale si è sviluppato. Un periodo post-bellico, dove la Meccanica Quantistica e la Psicanalisi si stavano evolvendo e stavano cambiando il mondo e la coscienza della civiltà nel mondo occidentale.

L’astrattismo aveva cercato di distogliere l’attenzione dal ritrarre oggetti e forme reali e l’Action Art sviluppo ed ampliò questo tentativo, appoggiandosi, ma anche supportata dalle idee di Freud sul subconscio.
Gli Action Artists creavano le loro opere per stimolare l'emozione e per toccare gli osservatori nel profondo del loro subconscio e lo facevano dipingendo “inconsciamente”.

action painting Pollock

JACSON POLLOCK

Jacson Pollock, nacque nel 1912 ed era l'ultimo dei cinque figli di un agricoltore. Frequentò la Manual Arts High School di Los Angeles, ma fu espulso perché era molto indisciplinato. Egli fu forse il maggior rappresentante di questo movimento. Probabilmente, subì anche l'influenza dei miti e dalle tradizioni culturali dell'Arizona come la pittura con la sabbia (sand paiting). Sosteneva che questo tipo di pittura gli permetteva di sentirsi più vicino e parte integrante del quadro. Con l'Action Painting si serviva non solo del braccio, ma di tutto il corpo, attraverso la sgocciolatura (dripping) applicava il colore con pennelli, bastoncini, siringhe e altri strumenti. Ovviamente usava solo il colore puro e se c'era qualche mescolanza, essa avveniva solo sul supporto ed in modo casuale, causato dalla potenza del gesto,
Nei dipinti di Jackson Pollok si trovano anche mozziconi di sigarette. Il Pittore, quando dipingeva, cadeva in uno stato di trance, nel quale nessun atto cosciente si doveva manifestare, quindi, se aveva l'impulso di gettare la sigaretta, lo faceva, sia che cadesse per terra, che sulla tela.
L'io dell'artista, in questo modo, si riversa completamente nel quadro. Pollok diceva: quando sono dentro i miei quadri, non sono pienamente consapevole di quello che sto facendo. Solo dopo un momento di presa di coscienza mi rendo conto di quello che ho realizzato. Non ho paura di fare cambiamenti o di rovinare l'immagine, perché il dipinto vive di vita propria. Io cerco di farla uscire. È solo quando mi capita di perdere il contatto con il dipinto che il risultato è confuso e scadente.
Jacson amava dipingere sul pavimento per poter agire da tutti i lati sulla tela e perché gli offriva un appoggio molto consistente, che gli consentiva di applicare più forza. Oltre il colore, usava sabbia, vetro ed altri materiali, non sempre programmati, ma che spesso occasionalmente trovava disponibili.

Quando il pittore diventò noto per il suo stile, decise però inaspettatamente di abbandonare la tecnica che lo aveva reso famoso. Cominciò ad usare colori molto più scuri, spesso solo il nero e inizia anche a dipingere i primi soggetti figurativi. Pollock sosteneva che la sua pittura, non era guidata dal caso, si muoveva, infatti, intorno alle tele facendo colare il colore o spruzzandolo in una danza inarrestabile ma di cui sapeva fin dall'inizio i movimenti.
Egli conosceva approfonditamente la psicoanalisi, ma da tempo lottava con l'alcolismo e nel 1956, a soli 44 anni, morì in un incidente stradale provocato dal suo stato di ebbrezza.